Le tracce dei pastori in Valsorda

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Höhen|meter:
325HM
Länge:
13.86km
Gehzeit:
3Std 40 Min


- Schwierigkeit


- Erlebnis
Wegbeschreibung/Routen|verlauf:
Gita culturale nei dintorni di Moena. L’itinerario parte da Moena a livello della chiesa parrocchiale. Si prende la strada asfaltata che taglia in grande prato di Sorte e si dirige a sud, in direzione del campo sportivo. Attraversiamo la strada carrozzabile e imbocchiamo la ciclabile che percorriamo in sempre verso sud. Passiamo sull’altra riva del torrente Avisio e seguiamo la ciclabile fino a un secondo ponte che ci porta all’area attrezzata dei camper (bar Giardino). Attraversiamo la Statale 48 e facciamo il nostro ingresso nel piccolo abitato di Forno. Il duo nome deriva dall’attività mineraria presente in periodo tardo medioevale. Qui probabilmente venivano “arrostito” il minerale di ferro ottenuto dalle miniere del Latemar. Qui si estraeva l’ematite terrosa , detta anche ocra rossa. Si tratta di un ossido di ferro utilizzato in tempi passati come colorante. Il termine “ematite” deriva dal suo colore che ricorda il sangue rappreso. L’ematite veniva utilizzata anche come base per vernici protettive. Prendiamo via Valsorda e lasciamo il gruppo di case per imboccare la stretta Valsora percorsa dal torrente omonimo. Nel salire nell’angusta gola scavata dal torrente (sentiero 516) incontriamo un canale davvero interessante: la “cava”. Si tratta di una canalizzazione rivestita in pietra che veniva utilizzata in passato dai boscaioli per condurre a valle il legname abbattuto. Il canale, nella stagione fredda, veniva riempito dapprima di neve per poi essere bagnato e quindi gelato. Tale procedura consentiva l’ottenimento di un condotto molto sdrucciolevole e in forte pendenza che garantiva la possibilità di far scivolare i tronchi dalle alte quote fino al fondovalle con relativa facilità. Saliamo percorrendo l’angusta sentiero a margine del rumoroso torrente fino ad arrivare a un’ampia zona dove il corso d’acqua si divide in rivoli ed è guadabile. Ora invertiamo la direzione e scendiamo per un breve tratto sulla sinistra orografica della valle per poi deviare a sinistra. Qui iniziamo a osservare tracce di iscrizioni eseguite dai pastori in tempi passati ( a partire dalla metà dell’800). Il sentiero attraversa ancora un modesto corso d’acqua e poi sale. A sinistra è visibile un antro roccioso dove le iscrizioni si sono mantenute perché protette dall’azione della luce e degli agenti atomosferici. (fare attenzione perché il luogo è impervio ed è facile scivolare). Continuiamo a salire, superiamo una baita in fase di ristrutturazione e perveniamo al punto più alto dell’escursione (quota 1428). Qui possiamo riposarci e osservare il panorama della valle che si apre verso Predazzo. Ora scendiamo per una strada acciottolata dove incontriamo la chiesetta di Sant’Anna e il paese di Medil, chiamato un tempo “il paradiso delle donne” perché abitavano solo uomini. Lo attraversiamo in direzione est per arrivare al parcheggio ricavato sul tornante della strada. Per scendere verso Moena preferiamo la vecchia strada che corre sotto la strada asfaltata (sentiero 521A). Il sentiero più sotto confluisce nella strada asfaltata che attraversa alcune abitazioni (località Val) per arrivare al campo sportivo di Moena. Ora non resta che percorrere la strada carrozzabile che porta al centri di Moena.
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