Nei boschi della Regola Feudale di Predazzo

 Zurück Höhen|meter: 501HM Länge: 10.66km Gehzeit: 2Std 48 Min - Schwierigkeit
- Erlebnis Wegbeschreibung/Routen|verlauf:
Percorso ad anello nei boschi che appartengono alla Regola Feudale di Predazzo. Si tratta di una proprietà comunitaria i cui membri (vicini) si succedono per linea solo maschile e hanno diritto in comune all'antico patrimonio presente in un territorio di 2720 ettari. La proprietà è inalienabile, indivisibile, vincolata in perpetuo a destinazione agro - silvo – pastorale. Lasciamo l’auto a Mezzavalle (di fronte al distributore di carburante) e percorriamo a piedi il deposito legnami che si trova sulla destra orografica e imbocchiamo la strada (asfaltata) che sale in direzione Nord. Dopo poco il fondo è di cemento e poco dopo diventa sterrato. La strada (ampia) sale con tornanti verso la montagna. Attorno si osservano le ampie radure rimaste dopo la tempesta Vaia e dei resti della lavorazione del bosco lasciati sul terreno. A quota 1500 metri circa c’è il bivio con indicazioni. Noi prendiamo a destra per scollinare e al bivio successivo (nei pressi di un grazioso baito detto Bait del Praconè ) andiamo a destra sulla strada in leggera discesa che porta in Valsorda. Ora la strada percorre il ripido versante della selvaggia valle che si incunea nel gruppo del Latemar. Quando arriviamo nei presso del torrente giriamo a destra in direzione Est. Guadiamo il torrente Valsorda e continuiamo la strada sassosa fino al successivo guado che ci riporta sul precedente versante. Scendiamo ancora per poche centinaia di metri e qui scorgiamo (sempre a destra) un sentiero che percorre la “cava de le bore” un canale di sasso utilizzato fino agli anni ‘70 del secolo scorso per avallare il legname. In autunno, con i primi freddi, il canale veniva bagnato e il ghiaccio che si formava costituiva un’ottima soluzione per trasportare i tronchi dai boschi all’ingresso della Valsorda dove poi venivano caricati sui camion. Ovviamente si trattava di un lavoro manuale e di grande competenza e collaborazione tra squadre di boscaioli disseminati lungo il canale. Proseguiamo per una discesa non sempre agevole fino ad arrivare al paesino di Forno. Il suo nome deriva probabilmente dalla presenza di forni per “arrostire” il minerale di ferro ricavato dalle miniere. Superiamo il paese verso sud, attraversiamo la Statale 48 delle Dolomiti e il torrente Avisio e imbocchiamo la ciclabile andando verso Predazzo. Percorriamo circa 1,4 chilometri e incontriamo sulla destra un ponte che riattraversa il torrente Avisio e ritroviamo la nostra auto

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