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Lasciamo l’auto appena sotto la località Fango dove ha inizio (sulla destra orografica) un’ampia strada forestale detta “Americana” perché durante il primo conflitto mondiale le truppe austro – ungariche usavano una teleferica mossa da un motore americano per portare vettovagliamenti e munizioni sul fronte di Cima Bocche. Noi saliamo comodamente la strada, superiamo una casetta nel bosco devastato dalla tempesta Vaia e continuiamo a salire per tornanti. A fine agosto abbiamo trovato un cantiere boschivo che non è attivo di domenica. Eventualmente all’altezza della casetta c’è una variante che permette il passaggio in piena sicurezza agli escursionisti. Arriviamo a un bivio e prendiamo a sinistra per il sentiero n.634 che indica la direzione forcella di Caserin. Saliamo per bosco rado e superiamo una tipica radura di alta montagna con piccoli larici e rododendri. Superiamo una balconata da dove si può ammirare l’ampio catino della montagna detto in lingua ladina “Ciadinon”. Ora il sentiero scende leggermente per poi risalire. Continuiamo lungo il sentiero che porta alla forcella di Caserin dove è possibile vedere ancora costruzioni in sasso della prima guerra mondiale. Qui erano acquartierate le truppe austro – ungariche che combattevano sul fronte di Bocche. Dopo una foto al primo lago di Lusia visibile dalla sommità della forcella torniamo indietro per prendere la deviazione che porta al “Bait del Ciadinon” una bella baita appartenente alla Magnifica Comunità di Fiemme, un ente che raggruppa tutti i Comuni della Val di Fiemme oltre a Moena (Val di Fassa) e Trodena (Bassa Atesina). Il sentiero è piuttosto ripido e attraversa un bosco misto umido. Arrivati alla grande radura erbosa dove sorge la baita continuiamo a scendere su una strada più ampia del precedente sentiero per tornare sulla strada che abbiamo percorso all’andata.
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